Da anni, in tutta Europa, vengono organizzate campagne di salvataggio durante la migrazione degli anfibi. Per fortuna anche in Italia sono sempre più numerosi gli attivisti che decidono di aiutare questi animali.
La migrazione e la strage
Ogni anno migliaia di anfibi rischiano la vita per andare a riprodursi. Si tratta infatti di animali che trascorrono l’inverno principalmente nei boschi e, con l’arrivo della Primavera, migrano in massa verso laghetti e zone umide, dove depongono le uova. Principalmente si tratta del rospo Bufo bufo, ma anche tritoni e rane (come la rana dalmatina) hanno comportamenti simili.
Ogni anno migliaia di questi animali finiscono schiacciati dalle automobili in transito. Una vera e propria strage causata dall’indifferenza che molte persone dimostrano nei confronti degli altri esseri viventi. D’altra parte se questo è già tristemente evidente per mucche, pecore e maiali, che non facilmente suscitano empatia, figuriamoci per rane e rospi che ancora oggi sono considerati animali disgustosi e inutili.
La distruzione dell’habitat
L’essere umano è anche colpevole della distruzione dei loro habitat, visto che la maggior parte degli anfibi si riproducono in luoghi dove non ci sono pesci e questi luoghi vengono continuamente prosciugati o, magari in buona fede, riempiti di pesci e purtroppo solo il rospo Bufo bufo è in grado di sopravvivere mentre, inevitabilmente, gli altri anfibi finiscono mangiati.
Nell’ultimo mezzo secolo inoltre abbiamo assistito a un progressivo abbandono delle campagne da parte dell’uomo e se questo ha senza dubbio portato dei benefici per alcuni animali, per altri come gli anfibi, ha causato una netta diminuzione dei luoghi dove andare a riprodursi. È chiaro quindi che la popolazione generale degli anfibi abbia subito un drastico crollo.
Le campagne di salvataggio
In Inghilterra le prime campagne sono iniziate addirittura alla fine degli anni 70 e, da allora, si sono diffuse in molti paesi d’Europa. In Italia in primi gruppi di attivisti si sono riuniti verso la metà degli anni 90 e, per fortuna, sono sempre più numerose le persone che decidono di impegnarsi in questa vera e propria operazione di salvataggio. Per lo più si tratta di impedire alle automobili in transito di schiacciare gli animali che purtroppo tendono a utilizzare le strade come luoghi dove incontrarsi. Ciò avviene perché sull’asfalto hanno maggior possibilità di rendersi visibili e naturalmente non sono in grado di percepire il pericolo che stanno corredo.
Cosa succede sulle strade?
Nel caso del rospo Bufo bufo, ad esempio, sono principalmente le femmine ad attardarsi nei boschi alla fine dell’inverno e quando i maschi risalgono dal corso d’acqua per andare a incontrarle, di solito il randez vous avviene proprio sull’asfalto. Qui le femmine fanno salire “romanticamente” i maschi (che sono più piccoli) sul dorso e insieme, uno sull’altro, si dirigono verso il lago dove lei deporrà le uova e lui le feconderà. Purtroppo è proprio in questa fase che sono particolarmente vulnerabili e che finiscono schiacciati dalle automobili.
I metodi di salvataggio
Il lavoro dei volontari che la sera, al tramonto, si recano nelle strade dove avviene la migrazione, per aiutare l’attraversamento degli anfibi, costituisce attualmente il modo più efficace per affrontare il problema.. Naturalmente occorrono alcune accortezze per evitare di fare errori (e anche di finire investiti), e per questo è necessario almeno in una prima fase, rivolgersi a gruppi già attivati, in modo da imparare bene cosa fare.
In alcune zone d’Italia, sono inoltre recentemente stati posizionati i primi cartelli stradali che invitano gli automobilisti alla prudenza. Si tratta di cartelli provvisori che devono essere autorizzati dai Comuni e che hanno un grande potenziale di sensibilizzazione, ma purtroppo a volte vengono rubati da adolescenti che non si rendono conto del danno che stanno facendo.
In alcuni luoghi, dove è possibile, si costruiscono anche dei sottopassaggi, ma il costo non è basso e occorrono, ovviamente, autorizzazioni. Un altro modo efficace è quello di creare nuovi stagni o pozze d’acqua ferma. Questo si può fare nei terreni privati ma occorre la collaborazione dei residenti.
Come collaborare
Come Progetto Vivere Vegan siamo in contatto con quasi tutti i gruppi di volontari che si occupano di portare avanti queste campagne. Non è chiaramente facile trovare gruppi nelle proprie vicinanze, ma sono sempre più numerose le città che hanno gruppi di attivisti.
Se siete interessati a unirvi a questa campagna potete inviare una mail al nostro indirizzo (info@viverevegan.org – oggetto: anfibi) e faremo il possibile per mettervi in contatto con gruppi vicini alla vostra zona di residenza.
Francesco Cortonesi
Progetto Vivere Vegan