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    Home»BLOG»Vegani e luoghi comuni

    Vegani e luoghi comuni

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    By Dora Grieco on 22 Aprile 2022 BLOG

    Su Panorama è uscito un articolo a firma di Carlo Malaspina, che tratta delle persone che scelgono il bio e fra queste vengono menzionati anche “i vegani”, cadendo però nel facile tranello dei luoghi comuni. La nostra risposta a firma di Dora Grieco.


    Carlo Malaspina è riuscito a conficcare l’ennesima spina nel fianco a noi vegani (e non solo). Così, per togliermi questa spina vorrei rispondere indirettamente, sul blog di Vivere Vegan, al suo articolo “semiserio” -così lo definisce la frase introduttiva sulla copertina- pubblicato il 23 marzo 2022 su Panorama, nella rubrica Piaceri_Tendenze e che porta questo titolo: I figli di Bio – Le tribù degli amanti del naturale.

    Certamente l’ironia è sinonimo di intelligenza ma se si scherza su certi argomenti, semplicemente ridicolizzandoli, si rischia di presentarli sotto una luce errata e di fare cattiva informazione.

    I vegani visti da chi non è vegano

    Nell’articolo in questione viene fatto l’elenco di tutte le categorie di persone che in qualche modo sono vicine al bio: bio-integralisti, bio-logici, bio-etici, bio-dinamici, vegetariani, vegani, fruttariani, crudisti, respiriani.

    Così noi vegani ci ritroviamo all’interno di una rosa -gli amanti del naturale- senza che venga fatto alcun accenno alla questione animale. Nel trafiletto che ci riguarda, Carlo Malaspina scrive:

    “I vegani. Non mangiano nessun alimento animale. Non sono più dello 0,8 per cento della popolazione italiana e i loro prodotti simbolo sono beveroni vegetali, gli anacardi, il tofu, l’avocado. Un tetrapack di spremuta di soia biologica costa più del doppio di un litro di latte (3,50 euro contro 1,45). Gli anacardi arrivano dal vietnam: li coltivano i condannati ai lavori forzati e se siano bio non si può appurare. E, infine, c’è la contraddizione dell’avocado: per produrne mezzo chilo si utilizzano 300 litri d’acqua.”

    Direi un bel mix di superficialità e luoghi comuni ai quali rispondo punto per punto, e, per non generalizzare, tengo a dire che parlo per me, perché ogni vegan ha un proprio pensiero e proprie abitudini alimentari. Sicuramente siamo accumunati dal fatto che non mangiamo nessun derivato animale (questo è corretto).

    Ogni vegano ha le sue preferenze e gusti

    Non bevo nessun “beverone” vegetale, le mie bevande vanno dal tè (verde biologico o nero), caffè d’orzo, spremuta d’arancia ma anche vino bianco fermo e aromatico e, d’estate, mi piacciono gli analcolici con ghiaccio, lo spritz, l’acqua menta e limone, mentre d’inverno adoro le tisane. Questo lo scrivo per far vedere che sono nella norma e sfatare il luogo comune dell’eccentricità dei vegani.

    Non faccio uso di anacardi ma adoro le noci e le mandorle (italiane) e anche i semi (girasole, lino, zucca), che sono molto nutrienti oltre che gustosi.

    Il tofu, si, confesso, lo consumo. Forse una o due volte alla settimana alternandolo ai legumi (soprattutto), e raramente a tempeh e seitan. Cerco le marche migliori nel gusto e che siano bio.

    Di avocado ne consumo meno di uno al mese.

    In merito al costo di un tetrapack di spremuta di soia biologica, che costa più del doppio del latte (ma non le cifre riportate dal Malaspina), basta dire che il latte vaccino costa poco solo perché usufruisce di agevolazioni e privilegi fiscali da parte dello Stato e di un’IVA molto favorevole. Sono anni che chiediamo l’abbassamento dell’IVA anche per i latti vegetali (Ops! non si possono definire latti, ma bevande, scusate) senza ottenerla.

    Certamente mi sta a cuore il rispetto della natura ed evito il più possibile le coltivazioni che fanno uso di pesticidi. Sia per non ingerire “schifezze” sia per salvaguardare gli animali selvatici. Poi non lamentiamoci se le api stanno scomparendo e se certi terreni e le acque sono impregnati di pesticidi e diserbanti.

    Cerco il più possibile di consumare bio, non perché “mi piace”, ma per salvaguardare la natura e la mia salute.

    Fin qui per restare nel tema dell’articolo. Ma torniamo al vegan e alla nostra prima motivazione: la questione animale. E in quest’ottica provo a definire chi sono i vegani e perché lo sono (scusandomi per la omologazione).

    Chi sono i vegani (secondo il mio pensiero)

    I vegani. Non mangiano e non usano nessun prodotto che derivi dagli animali, condannano lo sfruttamento e l’uccisione degli animali. Auspicano una società non specista, dove gli animali convivono con gli animali umani su questo Pianeta -che è di tutti-. Combattono gli allevamenti, che sono fra gli aspetti più crudeli delle attività umane su questa Terra: individui costretti ad una vita non vita, sottoposti a sofferenze di ogni genere: separazione dei cuccioli dalle madri, prigionia, fecondazioni artificiali, ammassamento in ambienti innaturali, pratiche cruente come le amputazioni (taglio delle code, castrazione, taglio del becco…), tosature violente, somministrazione di ormoni per aumentarne la crescita fino ai limiti possibili, viaggi estenuanti verso i macelli. In più troppo spesso gli animali subiscono anche calci, pugni, spinte, strattoni… (basta vedere i filmati delle investigazioni e non le pubblicità). Un inferno in terra. Il tutto per ottimizzare i guadagni degli allevatori e soddisfare i palati dei clienti ignari. I vegani non vogliono essere i mandanti di tanta crudeltà su esseri indifesi.

    Una verità scomoda da accettare

    Tutto questo è così scomodo da riconoscere, perché evidenzia il fatto che chi non è vegan è complice di una immensa sofferenza verso esseri senzienti. Parlare di questo disturba. Quindi si sposta l’attenzione sul consumo dei vegetali particolari come possono essere l’avocado e gli anacardi (che però comunque non soffrono se vengono raccolti e mangiati). Come si può mettere sullo stesso livello l’agire per salvare la vita degli animali e il consumare l’avocado (che poi ora li coltivano anche nella nostra Sicilia)?

    Inoltre, se proprio vogliamo fare un confronto tra la produzione di vegetali e l’allevamento di animali, ormai anche le pietre sanno che il consumo delle risorse del Pianeta è di gran lunga più alto se si consumano derivati animali invece dei soli vegetali. E allevare animali comporta un notevole inquinamento e contribuisce gravemente all’innalzamento della temperatura del Pianeta. Altro argomento sul quale c’è poco da scherzare.

    Si è vegani per gli altri (animali) e non per se stessi.

    Dora Grieco
    Progetto Vivere Vegan


     

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    Dora Grieco

    Architetto, designer e attivista vegan. Riflessioni, informazioni e confronto sul vivere quotidiano nel segno vegan.

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