Insignificanti nel loro universo, proprio come noi nel nostro. Ma, diversamente da noi, indispensabili. Sono gli insetti, minuscoli, ma non meno degni di noi di esistere.
Tre episodi vissuti in prima persona
Austria: c’è una strada, a Dornbirn, cittadina fra le Alpi e il Lago di Costanza, dove si trovano due mini-giardini: uno è il tipico giardino tirolese perfetto (anche se non siamo in Tirolo), con l’erba rasata e gerani e fiori senza una foglia secca; l’altro è un pezzettino di terra abbandonato a se stesso, c’è l’erba alta, e fiori di mille colori ma anche di mille misure e foglie secche ancora attaccate agli steli, e un bel po’ di ragnatele qua e là, e alberi a forma di albero. I due giardinetti si trovano in una delle poche vie dello struscio. Chi si avvicina, noterà un cartello sulla palizzata che li divide, dove c’è scritto qualcosa del tipo: “secondo te, quale dei due è un giardino sostenibile?”
Gli alpeggi: quei prati costellati di puntini gialli, bianchi, rosa, viola e frequentati da mucche, capre e animali a piede libero. Che voglia di distendersi sull’erbetta a guardar passare le nuvole!
Sharm-el-Sheikh, tanto per fare un nome, e perché ci ho lavorato: nei resort i turisti girano in pareo a-tutte-l’ore, lasciano avanzi di cibo dappertutto, eppure non c’è una zanzara, non una formica, non un ragnetto in camera. Ma com’è possibile, se per stare un’ora nel mio giardino mi tocca vestirmi da apicultore o riempirmi di spray puzzolente?
Sono tanti
Circa un milione di specie conosciute. Gli insetti sono invertebrati il cui corpo è composto da capo, torace, addome e a volte ali. Spesso il loro corpicino è protetto da un esoscheletro: che tenere, le coccinelle con lo scudo…
Eppoi, per quanto gli insetti facciano paura a diverse persone, e a molti anche un po’ schifo, nella loro piccolezza questi sono “animali completi”, dotati di tutti e cinque i sensi. Pur non avendo orecchi, percepiscono i suoni; con le antenne sentono gli odori grazie ai quali si orientano nell’ambiente e comunicano, cercano cibo, trovano l’anima gemella; il senso del gusto è ben sviluppato grazie a organi che hanno intorno alla bocca o sotto alle zampe; gli organi del gusto, insieme ai peli che hanno sul corpo, forniscono informazioni tattili.
E la vista? Beh, qui gli insetti avrebbero qualcosa da insegnarci: la vista non è un organo molto sviluppato, l’estetica è l’ultimo dei loro interessi. Ciò non toglie che diversi di loro diano le pappe a David Bowie in quanto a mimetismo, vuoi per difendersi dai predatori, vuoi per starsene in pace. Penso all’insetto stecco e all’insetto foglia, o alla farfalla Caligo idomeneus, che ha sull’ala una macchia identica all’occhio di un gufo, animale decisamente più minaccioso di lei.
Viene prima il bruco o la farfalla?
Come per le galline, anche il circolo vitale degli insetti include spesso un uovo. A seconda dei vari stadi di sviluppo dell’organismo, ci sono due tipi principali di cicli biologici, detti metamorfosi. E’ incompleta quando la larva esce dall’uovo e matura fino a diventare adulta (vedi le cavallette); mentre è completa quando la larva (o bruco) diventa pupa (o crisalide) e poi adulta (vedi le farfalle).
Molti degli insetti conosciuti vivono in società organizzate e caratterizzate da rigide scale gerarchiche. Negli alveari e nei formicai, le colonie sono governate da vere e proprie caste. Nel loro mondo, le regine sono le uniche ad accoppiarsi, e le uniche ad avere accesso alle leccornie: nel loro mondo, solo loro hanno il diritto di essere grasse. Il resto della popolazione è costituito dalle operaie, sterili, e dai maschi, che fecondano le regine e poi, spesso, muoiono. Parafrasando Mel Brooks in La pazza storia del mondo, “è bello fare la regina”!
Non è che sono brutti e basta
A costo di apparire poco animally correct, a parte rare eccezioni, trovo gli insetti parecchio brutti. Sono pelosi, con gli occhi cattivi, ronzano, strisciano, brulicano. E per quanto mi affascini ogni forma di vita, potrei fare anche a meno di averli intorno.
Ma che discorsi superficiali! Basterebbe guardare fuori dalla finestra della mente per ricordarsi che la Natura è perfetta: se questi animalini esistono sarà perché anche loro hanno un ruolo ecologico fondamentale per l’equilibrio del nostro ecosistema. Ah, però! Anche gli insetti… servono?
Di professione sono ausiliari, pronubi, predatori, fitofagi, saprofagi, xilofagi, coprofagi, necrofagi; e la loro attività principale è quella di mangiare (phagos in greco significa mangiare). E per fortuna, perché altrimenti potremmo scordarci i pascoli alpini: staremmo distesi su enormi merde secche, bleah! Invece, sui prati, miriadi di esserini le disintegrano, le mangiano o se le portano via: se non fosse per i coprofagi, hai voglia a cercare un’oasi verde dove pascolano le mucche “della Lola”!
Se i prati non venissero disinfestati dagli escrementi, non crescerebbe più l’erba, e se non crescesse più l’erba, non ci sarebbero più animali a pascolare, altro giro di vita, altra corsa.
Aggiungo solo che gli stercorari non solo provvedono a mantenere belli i paesaggi, ma con la loro azione di aerazione dello sterco contribuiscono a ridurre le emissioni di gas serra (il metano si forma in assenza di ossigeno).
C’è un esercito di piccolissimi aiutanti tutto intorno a noi
Fra loro, i bioconvertitori, gli insetti degradatori, o saprofagi, cioè quelli che nutrendosi di residui vegetali e animali ricostituiscono la fertilità del suolo. Circa il 25% di questi instancabili animaletti si nutre esclusivamente di vegetali e contribuisce alla conversione della biomassa vegetale in biomassa animale: sono gli insetti che diverranno cibo per altri insetti, e uccelli, e pesci e piccoli mammiferi, che a loro volta costituiranno il nutrimento di altre specie carnivore. E così via. E così viene fuori che gli insetti sono il collegamento critico tra le piante e la maggior parte degli altri animali, umani compresi.
Purtroppo questi piccoli aiutanti non hanno nessuno strumento per eliminare la plastica e le altre materie non degradabili: ecco perché il nostro pianeta ne è ormai irreparabilmente invaso.
Più che moscerini, mosconi e vespe, quando si pensa agli impollinatori ci vengono in mente solo le api, per via del miele; ma gli insetti pronubi, o impollinatori sono moltissimi e svolgono funzioni indispensabili alla vita di tutti. Essi infatti partecipano alla propagazione delle piante tramite l‘impollinazione e la dispersione dei semi.
Indispensabili
Anche i loro hater più accaniti devono capire che tutti gli insetti giocano un ruolo chiave per gli esseri viventi e per la natura; facciamocene una ragione, non si può vivere senza di loro. Eliminare gli insetti significa eliminare un intero anello della catena alimentare, e causare la scomparsa anche dei loro predatori. Purtroppo la massa complessiva di insetti che popola il pianeta cala del 2,5% ogni anno, a una velocità otto volte superiore rispetto a quella di mammiferi, rettili e uccelli: agli attuali ritmi essi potrebbero sparire entro un secolo con conseguenze catastrofiche per tutti gli esseri viventi.
Un ambiente privo di insetti, come i resort turistici di cui scrivevo all’inizio, mostra sintomi di deterioramento ambientale: è inquinato e quindi nocivo. Lo stesso vale per orti e giardini: il cartello davanti ai due giardinetti di Dornbirn richiama l’attenzione sull’importanza del contributo di tutti. Gli insetticidi alterano i delicati equilibri della natura causando effetti catastrofici; ognuno di noi, nel suo piccolo, può dare un contributo importantissimo: basta conoscere il proprio ambiente personale, per garantire il corretto funzionamento dell’ecosistema. In altre parole, ci vuol poco a limitare i danni.
Degni
Che diritto abbiamo di pestare un ragno che lavora alla sua tela? Come mai in campagna pendono rotolini di carta moschicida dalle travi del soffitto? E le “casine” dove formiche e scarafaggi racccolgono il veleno che porteranno nei loro nidi [1] ; o quei simpatici aggeggi elettrici che rallegrano i barbecue estivi con il “suono” delle zanzare fulminate? E le trappole alcoliche fai-da-te per eliminare vespe e calabroni negli orti?
Perché ci viene tanto naturale schiacciare una zanzara sul braccio, anziché scacciarla? Uno scarto di un’h e di una “i” può fare un’enorme differenza, non solo per la zanzara. Una mano che da lontanissimo si abbatte inesorabilmente su di lei, mi fa pensare ai terremoti, alle alluvioni, ai vulcani, ma soprattutto, lo confesso, ai meteoriti! E penso anche a queste poche righe dal Vangelo: “…due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e l’altro lasciato. Due donne macineranno alla mola: una verrà portata via e l’altra lasciata. Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno…” [2]
Gli insetti. Esseri minuscoli che fanno la loro parte. Mi sento così infinitamente piccola, quando confronto una formica con me stessa, ognuna di noi nel mondo in cui vive, sia io che lei ignare del “piede” che solo per caso, anche per questa volta, si abbasserà su qualcun altro.
Isabella Ciapetti
Progetto Vivere Vegan
Bibliografia:
Mi sono informata principalmente, e superficialmente, su internet perché volevo organizzare meglio i miei pensieri e sentimenti legati agli insetti.
Anche se non li ho utilizzati per questo articolo, vorrei comunque suggerire:
- Daniel Kariko, Vivono tra noi – ritratti straordinari di insetti ordinari – è un libro scritto da un grande entomologo
- Minuscule, serie animata creata nel 2006 da Futurikon, i cui protagonisti sono insetti in 3D presentati nella loro quotidianità in azioni spesso antropomorfiche sullo sfondo della Francia rurale: fattorie, steccati, auto, strade, canali di scolo, bidoni della spazzatura. Non ci sono dialoghi, ma i personaggi comunicano fra loro ognuno con il suo ronzio.
- Microcosmos, il popolo dell’erba, documentario del 1996. Ha come protagonisti gli animali che popolano i prati, in particolare gli insetti e altri invertebrati come ragni e chiocciole. Presentato fuori concorso al 49º Festival di Cannes,[1] è stato premiato con il Grand Prix tecnico.
[1] lo stesso sistema venne usato all’inizio del 1800 per uccidere gli aborigeni inTasmania, quando gli inglesi gli regalavano sacchi di farina addizionata di arsenico
[2] Vangelo: Mt 24,37-44 e Lc17,22-37