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    Il triste caso del cane Baldo

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    By Francesca Decandia on 5 Agosto 2022 BLOG

    Un pastore dei Pirenei, a Sociville, in provincia di Siena, è stato legato a un albero da un componente della sua famiglia umana e colpito con due fucilate. E’ morto dopo una dolorosa agonia in una clinica di Siena, dove era stato portato dai suoi soccorritori. Il suo nome è Baldo, perché così è stato chiamato da chi ha avuto il cuore spezzato dal suo triste caso.


    In fondo “un cane è solo un cane”, così avrà pensato l’uomo che ha legato Baldo a un albero e lo ha fucilato senza pietà. Un oggetto, un essere inferiore. Baldo dava fastidio, abbaiava innervosendo i vicini e scappava dal giardino in cui probabilmente era confinato. Peccati mortali per chi si circonda di animali come si circonda di poltrone o di cellulari. Per chi ama avere esseri più fragili da dominare, che quando non servono più semplicemente si buttano via. Per strada o con un colpo di fucile. L’uomo-padrone è padrone appunto della vita dei suoi compagni animali. Così questa persona non si sente neanche un assassino, probabilmente, e pensa che tutto lo “scangeo” intorno al suo gesto non ha nessun senso se non quello che, si sa, gli animalisti che gli danno contro sono degli esaltati che, incapaci di amare gli uomini, si buttano sugli animali. Non so quali siano esattamente i pensieri di questo uomo ma li immagino proprio così.

    Intanto Baldo è morto dopo un’ atroce agonia, con il povero corpo pieno di pallini da uccelli, in una clinica, senza il conforto della presenza di qualcuno che ha accompagnato la sua breve e triste vita.

    Torna in mente Angelo

    Come non pensare ad Angelo, il cane ucciso senza pietà a Sangineto, provincia di Cosenza, che continuava a scodinzolare mentre i suoi aguzzini gli mettevano il cappio al collo? Il cane è un animale magico e ci insegna ad amare, sempre e comunque, a non farsi distruggere la letizia di un cuore buono dalla cattiveria e dalla violenza umana. Anche per questo il cuore di chi li ama e li considera persone, come tutti gli altri animali, è gonfio di tristezza e di timoroso rispetto: anche Baldo non ha smesso di amare, faceva feste ai veterinari che lo curavano e ai soccorritori che lo andavano a trovare, pur pieno di pallini nel corpo, messi lì da un rappresentante della nostra specie. Baldo e Angelo erano così: anime pure che potevano solo amare. Nonostante tutto. La domanda sorge spontanea: ma noi, chi siamo? Quelli che sparano a Baldo e impiccano Angelo o quelli che soffrono le pene dell’inferno al solo pensiero di ciò che queste creature hanno subito? La scelta tra il Bene e il Male è una prerogativa degli umani, una grossa responsabilità che grava sulla nostra specie e che continuiamo a non volerci prendere. In questa responsabilità sta la nostra unicità, in questa soltanto. Ma ne siamo davvero all’altezza?

    Dopo Baldo

    Da quando hanno sparato a Baldo, a fine Maggio 2022, ho saputo di altri quattro cani uccisi da persone nel nostro paese: uno in Sardegna, vittima di un allevatore, una femmina a Firenzuola, legata a un albero e due in Puglia, a Cisternino e a San Giovanni Rotondo, dove Galak, era un “cittadino” modello che accompagnava i turisti per la città e amava dormire nel presepe del paese.

    L’uccisione dei cani si rivela dunque una piaga del nostro paese, che ripaga la fedeltà e l’amore di questi nostri amici con la violenza. No, per adesso siamo molto lontani dalla strada del Bene.

    Del resto è noto che spesso chi va a caccia si libera dei suoi cani con una fucilata nel bosco quando non sono più utili, magari perché anziani e malati (lo posso ben dire visto che faccio volontariato in un canile nel senese, e vedo quali cani arrivano, molti “da caccia”). Vogliamo continuare a girarci dall’altra parte o vogliamo cominciare a denunciare?

    Cosa possono fare le istituzioni

    Le istituzioni, soprattutto i Comuni, devono cominciare a costituirsi parte civile nei processi contro gli assassini denunciati (qui il link della petizione per chiedere al Comune di Sovicille di costituirsi parte civile nel processo contro l’assassino di Baldo) e svolgere approfondite indagini con telecamere in quei casi in cui l’assassino non è ancora noto, e non mollare la presa sperando che la gente dimentichi.

    Il Parlamento deve decidersi velocemente a varare leggi che puniscano severamente chi maltratta e/o uccide un animale: le leggi che ci sono adesso non sono adeguate nell’ottica di considerare queste uccisioni dei veri e propri assassinii. La strada del Bene passa da qui: la responsabilità di noi umani è quella di utilizzare la nostra tecnica per migliorare la vita di tutti, in questo pianeta, e non solo e sempre la nostra. Questa è la Scelta che ci compete.

    Noi non dimentichiamo. Non dimentichiamo Baldo e gli altri angeli. Perché i cani, così come tutti gli altri animali, sono angeli le cui ali sono invisibili: le può vedere solo chi guarda nella Luce.

    Francesca Decandia
    Progetto Vivere Vegan


    testo © francesca Decandia – foto di copertina: Baldo in clinica
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    Francesca Decandia

    Naturalista, insegnante di sostegno, attivista vegan impegnata nella transizione da una società specista a una antispecista.

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